Gonna al vento, petto in fuori, la Signorina Grandi Firme fa impazzire la gioventù del littorio. Immagine di un sogno collettivo di abbondanza, di bellezza e di sensualità, è una ragazza dalla forme generose che fa bella mostra di sé in copertina. La carne è straripante e forza la gonna attillata, minacciando di traboccare dal vestito; l'aspetto è solare, mediterraneo, moderno, dinamico, volitivo; le cosce sono tornite, le caviglie sottili, il sedere esplosivo (come dirà Camilla Cederna), la vita da vespa, la camminata provocante. Padre putativo della ragazza e stratega della rivista è Cesare Zavattini; padre carnale è Gino Boccasile, un disegnatore che sa rendere in modo perfetto le donne («Dopo l'anima dice le cose che apprezzo di più in una donna sono le gambe»). Condirettore della rivista, che si chiama «Le Grandi Firme», è il chiacchierato Pitigrilli. Il 22 aprile 1937 va in edicola il progetto, patrocinato da Arnoldo Mondadori: trasformare un quindicinale letterario che si trascina da 13 anni con un modesto mercato in un settimanale di alta tiratura per uomini dall'occhio svelto.
Grande successo
Il successo della rivista è enorme e la Signorina Grandi Firme entra rapidamente nell'immaginario collettivo e nel costume italiano. La tiratura vola da 50mila a 250mila copie. «Le copertine - dicono i ragazzi - sono tutte da baciare». Nasce un personaggio fuori dagli schemi, che richiama il sesso. ma non lo mette al servizio dei figli e della patria. I giovani (e i meno giovani) impazziscono per lei; si canta, con il Trio Lescano, «Signorina Grandi Firme, Signorina Novecento, con le gonne sempre al vento, tu mi sembri il monumento dell'amor» ma la nuova «fidanzata d'Italia» non dà l'idea di una madre, è fuori linea e non può durare. Mussolini sembra che legga la rivista e apprezzi, da intenditore, la sua protagonista ma un giorno, nel settembre del '38, dà ordine di chiuderla.
La chiusura
Il motivo per cui il duce dice «basta»? Una novella che non gli piace, forse una novella non felice, ma, lo si capisce subito, la vera ragione è un'altra. Una rivista leggera e ammiccante non può funzionare in un'Italia cupa che si avvia alla guerra. Niente più ragazze con la vita da vespa, le gambe chilometriche, la gonna capricciosa, i seni prepotenti, ma donne serie e severe, pronte a sostenere i loro uomini al fronte e a sostituirli al posto di lavoro. Nata nella stagione del consenso, la Signorina Grandi Firme muore mentre il fascismo declina nell'anticamera della guerra che lo annienterà.
Le maggiorate
La Signorina Grandi Firme riapparirà a fine anni Quaranta, dopo la lunga agonia della guerra. Non sarà più fissata sulla carta, nelle esplosive copertine di Boccasile. Si chiamerà Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Franca Marzi, Gina Lollobrigida. Sarà la maggiorata della stagione della ricostruzione. E, per la gioia degli italiani, sarà in carne e ossa.